Come tutte le cose belle e buone, la cultura appartiene a chi ne fa uso.
Come tutte le cose belle e buone, la cultura appartiene a chi ne fa uso.
Giorgio Scerbanenco, Patria mia. Riflessioni e confessioni sull'Italia, a cura e con un saggio introduttivo di Andrea Paganini, Aragno, Torino 2011.
Scritto durante il suo esilio in Svizzera (1943-1945), questo saggio di Giorgio Scerbanenco – trovato e curato da Andrea Paganini – vede qui la luce per la prima volta in volume. Si tratta di un’efficace analisi della storia della psicologia popolare italiana di fronte al fascismo e alla Seconda guerra mondiale. Il giudizio dell'autore è retto da un forte senso morale: «Il fatto che l’errore trionfi potrà essere politicamente utile a chi lo sostiene, ma non vuol dire, moralmente, che non sia più un errore. Il fascismo e il nazismo possono anche trionfare, perpetuarsi per secoli, cambiare definitivamente il volto al mondo, ma questo non toglie che essi siano una pura barbarie che un uomo civile deve rifiutarsi di riconoscere, sia nel complesso che nei particolari, nel tutto come nelle parti».
Le miserie e le indegnità enucleate da Scerbanenco non sono riscontrabili solo nella specificità dell’Italia fascista, bensì potenzialmente sotto ogni sistema totalizzante. Concentrandosi sul comportamento delle persone, e non solo su questa o quella ideologia politica del passato, Patria mia assume un valore paradigmatico e non cessa di costituire un monito per i lettori del presente e del futuro.
Pagine 120
Euro 10.00
Recensioni e commenti
Francesco Mannoni, Scerbanenco: italiano sì, fascista no, in «L'eco di Bergamo», 13 novembre 2011.
Scerbanenco inedito. Una patria da riscattare, in «TGcom», 23 novembre 2011.
Giovanni Casoli, Giorgio Scerbanenco, "Patria mia", in «Città nuova», 10 gennaio 2012.
Annalisa De Vecchi, Un nuovo libro "grigionitaliano", in «La Voce delle Valli», 27 gennaio 2012.
Paolo Lagazzi, Il fascismo e gli italiani, in «Gazzetta di Parma», 21 febbraio 2012.
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