Rassegna stampa SUL "CASO BECCIU"
Rassegna stampa SUL "CASO BECCIU"
COMPONI IL PUZZLE
di Andrea Paganini
2013
Qualcuno – chi? – assume Chaouqui in Vaticano, alla COSEA.
2015
Chaouqui viene arrestata in Vaticano ("caso Vatileaks").
Fonti:
Fonti:
2016:
Chaouqui, processata e condannata per truffa aggravata e per falso, dice di avere «documenti scottanti» per – intuisce il «Corriere» – minacciare qualcuno nella Curia, certa di poter «ricucire» con il Santo Padre:
Fonti:
2017:
Chaouqui prospetta l'uscita di documenti compromettenti per Becciu e comincia a mandargli «messaggi minatori».
Fonti:
2018:
Chaouqui afferma di avere «una cassaforte piena di documenti riservati» del Vaticano, aggiungendo: «Non possono liberarsi di me». Due frasi che, lette insieme, risultano inquietanti.
Fonti:
Poco dopo il Papa nega la grazia richiesta dalla Chaouqui.
Lei dà la colpa a Becciu, che pure aveva tanto lusingato.
2019:
Nell'ottobre del 2019 Maria Giovanna Maglie, amica della Chaouqui, addossa colpe al Cardinale e gli prospetta brutti trattamenti da parte dei superiori (restrizioni alla libertà di movimento...).
Fonti:
2020:
Nell'estate del 2020 Genoveffa Ciferri, in contatto con la Chaouqui, predice al card. Becciu che entro un mese lui perderà il berretto cardinalizio, come in effetti accadrà. Come fa a saperlo?
Nel 2018 «la donna aveva annunciato di aver dato mandato al notaio Pasquale Landi di restituire al Vaticano tutti i dossier che in più occasioni aveva detto di custodire in casa o in un caveau»: anche in questo caso le parole non corrispondono ai fatti).
E infine: «copie di quei documenti, insieme a materiale ad uso esclusivo della Santa Sede, sarebbe rimasto in possesso della donna dai tempi del suo incarico in Vaticano, nonostante il Regolamento Generale della Curia Romana, in vigore dal 1999, vieti esplicitamente al personale in servizio di "asportare documenti originali, fotocopie, copie elettroniche o altro materiale d’archivio e di lavoro riguardante l’Ufficio e tenere fuori dall’ufficio note o appunti privati circa le questioni che si trattano nei Dicasteri"».
Come mai non si sono ancora viste le conseguenze di questa grave infrazione alla legge sul piano penale? C'è dietro un losco baratto, un "Do ut des"?
«Rimane comunque il dubbio, in particolare per i timbri, sulla loro eventuale autenticità: Chaouqui nel 2016 era stata condannata per falso, tentata truffa e truffa aggravata, pena patteggiata ad otto mesi, per aver utilizzato fino al 2014 il pass di una zia disabile morta nel 2008 con l’obiettivo di attraversare con l’auto la Ztl nel centro storico di Roma. Le indagini evidenziarono che vennero utilizzati anche dei timbri falsificati per rendere credibili i rinnovi dei documenti della zia defunta». Un altro caso di falsificazione, quindi.
Fonti:
2021:
Nella puntata dell'11 gennaio 2021, Report evidenzia come una parte della provvigione di 12 milioni di Mario Benotti, un giornalista accusato di aver esercitato una “moral suasion” sull’ex commissario Covid Arcuri per l’acquisto di oltre 800 milioni di dispositivi di protezione, «sarebbe finita alla “Papessa”, Francesca Immacolata Chaouqui, coinvolta nello scandalo Vatileaks» («per la ricettazione dei soldi provenienti provenienti col traffico di influenze; ma io da dove provenivano i soldi con cui pagava Benotti che mai ne potevo sapere?», afferma Chaouqui). Sempre Report: «In un interrogatorio mons. Balda […] disse che la “Papessa” era legata ai servizi segreti italiani. Si diceva spaventato dal mondo che aveva dietro e che la Chaouqui aveva come consigliere Luigi Bisignani. In Vatileaks anche Benotti fu indagato, ma immediatamente archiviato. Ma con la Chaouqui ha mantenuto buoni rapporti, al punto da affidarle la comunicazione e la cura della sua immagine» (fra l'altro per produrre un programma che si chiama "Un democristiano in borghese" e per fare un libro). E ancora: «Va detto che Benotti è rimasto coinvolto nella vicenda dello scandalo del Vaticano proprio per la sua amicizia con la Chaouqui, che è stata accusata di dossieraggio a scopo ricattatorio in quegli anni». Benotti è morto nel 2023 a soli 59 anni.
Fonte:
2022:
Nell'agosto del 2022, mentre si accinge a testimoniare al processo contro Becciu, la Chaouqui viene ammessa dal Papa al baciamano.
Fonti:
Genoveffa Ciferri rivela che la Chaouqui le diceva cosa doveva riferire a Perlasca per far «scapicollare» Becciu. Perlasca afferma nel processo di aver creduto che le raccomandazioni della Chaouqui provenissero da un ex magistrato in pensione. Inoltre Ciferri afferma che Chaouqui le ha raccomandato che è assolutamente necessario proteggere Diddi. Come mai questo non è stato rilevato dalla giustizia e dalla stampa?
>> cfr. gli atti del processo.
2023:
Poco dopo Chaouqui afferma: «Io e il papa abbiamo un nostro modo di comunicare informazioni, e non lo spiegherò nei dettagli certo a voi». Parla ai giornalisti convocati per il suo show, ma… come mai il tribunale non fa luce su questo aspetto?
Fonti:
Non bisogna chiarire questo «modo di comunicare»? Chi faceva – o fa – da tramite tra Chaouqui e il Papa? Forse la stessa persona che gli portò l'«Espresso» prima ancora che arrivasse nelle edicole? O il contatto è diretto?
Ha inoltre dichiarato la Chaouqui: «Racconterò come il cardinale mi ha allontanato dal Santo Padre e poi come il Santo Padre mi ha richiamata al suo fianco».
La Chaouqui ha esercitato pressioni su Perlasca con oscure minacce: «Io so tutto di te (...) e conservo tutto nei miei archivi (documenti, foto, video che varrebbero oro se non fossi chi sono). A differenza di te io ho scelto di non distruggerti. (...) E non bloccarmi, perché altrimenti mi senti dalle pagine dei giornali. (...) Il mio interesse e penso quello comune è che il mio supporto non emerga processualmente, perché sarebbe difficile da spiegare, soprattutto nelle conseguenze che ha avuto».
Ha rilevato Antonino Monteleone: «Perché il suo ruolo non doveva emergere? Sembrerebbe un'ingerenza indebita nei confronti dell'autorità inquirente vaticana. (...) Il Papa sapeva che lei stava "consigliando" la Ciferri per trasformare Perlasca da un ruolo passivo a un ruolo molto attivo e pesante nell'accusa a Becciu?».
E lei: «Se io non fossi stata nominata in Cosea, probabilmente [Becciu] sarebbe papa adesso; al prossimo Conclave magari diventava papa»; «Grazie a me Becciu non diventerà papa».
Ma poi il Tribunale vaticano ha protetto la Chaouqui, cancellando il suo interrogatorio già calendarizzato per il 16 febbraio 2023. Come mai? Cosa c'è da nascondere?
E come mai Diddi tiene nascosti 120 su 126 messaggi intercorsi tra la Chaouqui e la Ciferri?
Fonti:
Il giorno della condanna di Becciu – 16 dicembre 2023 – Chaouqui si appunta una medaglia per aver conseguito il suo obiettivo:
Fonti:
Carlo Intrieri, In Vaticano dietro i dossier di Striano c'è la guerra tra Ior e Segreteria di Stato, in «Il Riformista», 14 marzo 2024. Alle origini dell'imbroglio?
2024:
Elimiano Fittipaldi, Ecco le chat sul caso Orlandi «Bisogna far sparire tutto», in «Domani», 10 maggio 2024. Francesca Immacolata Chaouqui è la “Papessa”: già «accusata di dossieraggio a scopo ricattatorio», licenziata e condannata con divieto di entrare in Vaticano, afferma tuttavia che ha il suo personale «modo di comunicare informazioni» con il Papa. Dopo che nel settembre del 2020 il card. Becciu venne cacciato dal Papa (cacciato da innocente, fino a prova contraria), la Guardia di Finanza italiana, che indagava per altri motivi, trovò nella casa e nell’ufficio della Chaouqui – accusatrice di Becciu – «documenti del Vaticano su Papa Francesco». L'interrogatorio della Chaouqui al processo calendarizzato per il 16 febbraio 2023 è stato improvvisamente e inspiegabilmente cancellato. E cosa c'entra Pell? > Video
Chaoqui sarà anche una che «parla con il Papa direttamente», ma la credibilità è un'altra cosa.
«Non distruggiamo il Vaticano»: parola di Chaouqui! (Ansa) Se lo dice lei...
Emanuela Orlandi, le chat tra Chaouqui e monsignor Balda: «Dobbiamo far sparire quella roba e pagare i tombaroli», in «Il Messaggero», 10 maggio 2024. Anche in francese.
Il 14 maggio 2024, riferendosi chiaramente al card. Becciu (da poco condannato), Chaouqui ha detto: «Ne è valsa la pena, perché se il Santo Padre ti affida una missione, non è importante quanto è difficile; l’importante è ottenere il risultato. (…) Ci ho messo dieci anni per dimostrare questo (...). Tu decidi di supportare il Santo Padre, perché vuoi aiutarlo nella sua missione. (…) Io quel bene che assorbo dal rapporto con il Santo Padre l’ho portato in 37 paesi». Cosa intendeva dire? Che papa Francesco l'avrebbe incaricata di "far fuori" il card. Becciu, magari manipolando il testimone principale Alberto Perlasca e lo stesso sistema giudiziario vaticano? È possibile o si tratta di una millanteria? E in che senso lei «assorbe» il bene dal rapporto con il Santo Padre?
Arieccola, più spregiudicata e pregiudicata che pria: Francesca Immacolata Chaouqui, in «Dagospia», 16 maggio 2024. «Informazioni false, minacce e rancore». Davvero in Vaticano c'è qualcuno che le dà credito?